Le valvulopatie cardiache e lo scompenso rappresentano una delle sfide della medicina, con l’invecchiamento della popolazione si sta determinando un incremento della prevalenza di queste patologie. Le valvulopatie possono essere di natura congenita oppure acquisita. In quest’ultimo caso possono essere di origine degenerativa, infettiva, ischemica, traumatica o secondaria alla dilatazione dei grandi vasi o del ventricolo. Il paziente affetto da valvulopatie o da scompenso può spesso essere asintomatico o paucisintomatico, fino ad uno stadio avanzato. La sintomatologia spesso è aspecifica, infatti i pazienti presentano affaticamento, dispnea durante l’attività fisica, e progressivamente anche a riposo, solo quando la patologia è conclamata possono comparire delle aritmie. Per questo motivo ha un ruolo chiave lo screening ecografico a tutti i soggetti over 75 anni. L’ecocardiografia è uno strumento non invasivo che consente la diagnosi precoce di problematiche cardiologiche. Dopo aver condotto il primo esame di screening deve essere offerta la possibilità di eseguire visite periodiche o, qualora necessari, accertamenti di secondo livello per impostare la terapia corretta che, a seconda dei casi, può essere farmacologica o cardiochirurgia.
Ha un ruolo chiave l’implementazione di una gestione multidisciplinare che preveda l’intervento integrato di differenti figure professionali quali cardiologi, cardiochirurghi, radiologi, geriatri e medici di medicina generale, questi ultimi hanno un ruolo fondamentale nell’individuazione di nuovi casi e nel follow up dei pazienti già in cura.
La diagnosi precoce e il monitoraggio continuo consentono interventi tempestivi e personalizzati migliorando la prognosi e la qualità della vita dei pazienti anziani.
Dopo la diagnosi, il follow up è molto importante ed include visite regolari dal medico di famiglia, dal cardiologo, e vari accertamenti strumentali quali il monitoraggio ecocardiografico, Holter ECG, test da sforzo, esami ematochimici ed in alcuni casi anche RMN e TAC coronariche. Utilizzando queste tecniche si possono monitorare i sintomi, la risposta al trattamento e l’evoluzione della patologia col fine di ottimizzare il trattamento e migliorare la prognosi dei pazienti con malattie cardiache